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Ho
deciso di avere in casa solo le cose che mi piacciono e che voglio
veramente avere, e poi, le voglio trovare quando le cerco, voglio
sapere che cosa ci ho dentro casa e sapere pure dove sta. Ho lottato
una vita con gli oggetti. I miei genitori erano degli "accumulatori",
compravano, compravano e noi figlie dai a spostare da una casa
all'altra, da una figlia all'altra e io da una stanza all'altra e
abbiamo peccato di presunzione, tutti, eccome, ma chi l'ha detto che
dentro casa uno debba avere tutta questa roba che si impolvera
vieppiù negli anni?Prima
erano più definite le case, c'erano quelle dei contadini dove c'era
l'essenziale, perché non potevano permettersi altro e stavano tutto
il giorno nei campi a zappare... e quanta gente ci dovrebbe tornare,
a zappare, dico! Oppure c'erano le case dei "signori" che
riportavano begli oggetti dai viaggi e accumulavano libri, mobili,
argenterie... per il decoro della famiglia e per gli eredi e non
solo, ma avevano chi le teneva in ordine, le cose.Poi
a un certo punto del Novecento, probabilmente dopo la seconda guerra
mondiale quando si è generata questa terribile classe sociale
chiamata "media borghesia", è lì che si è sviluppata
questa dannosa mania, e giù a comprare oggetti perlopiù di dubbio
gusto e libri libri libri… enciclopedie pesantissime a tutto spiano
e a tante rate mai sfogliate da anima viva, e adesso ampiamente
superate; gli oscar Mondadori, i Garzanti e via giù libri e su
polvere e animaletti...Io
in vita mia ho letto tantissimi libri e li ho anche spostati molto, e
mi sono pure arrabbiata quando li ho prestati e non mi sono tornati,
ma adesso basta: continuerò a leggere tanto ma terrò poco, li
venderò, li regalerò appena finiti di leggere, così
l'allontanamento non sarà subìto e farò contenta un sacco di
gente. Certo alcuni li terrò, ma non tanti, così avrò il tempo di
consultarli, di apprezzarli, pure di accarezzarli, se voglio.E'
arrivato il momento di scaricare la zavorra e chissà che non ne esca
qualcosa di buono, di più pulito sicuro e pure più leggero.Viva
i libri e chi li scrive!